Julia Dobrovolskaja rientra nel novero di coloro cui è toccata la missione storica di far conoscere la letteratura italiana al lettore russo.
Noi l’incontrammo per la prima volta in Italia a casa di amici comuni, anche se parecchio tempo prima, a Erevan, nella nostra biblioteca di famiglia figurava già il suo dizionario russo-italiano. Ci intendemmo fin dal primo istante. La nostra amicizia è durata più di trent’anni, e Julia è entrata a far parte della nostra famiglia. I fondamenti della nostra amicizia sono stati la musica (Julia è venuta a quasi tutti i nostri concerti), la letteratura, la politica, ma soprattutto l’autenticità umana e la profondità dei sentimenti. Nel corso degli anni Julia è stata più volte nostra ospite a Inverigo, pittoresco paesino del Nord Italia. Arrivava da noi carica di libri e lavorava intensamente, con la sua inesauribile energia, prima della consegna alle stampe del suo ultimo libro o dizionario. Una volta si fermò da noi dieci giorni, coinvolgendo tutti quanti nel lavoro al suo “Grande dizionario”: ciascun membro della famiglia doveva tradurre un certo numero di parole. Noi prendemmo la cosa molto sul serio e con grande senso di responsabilità. Fu assai divertente, e malgrado tutta la fatica Julia diceva che le pareva di essere in un centro vacanze.
Serbo un vivido ricordo delle sue visite con Lev Razgon. Le passeggiate per Inverigo erano un rito obbligato prima di pranzo. Julia e Lev si godevano la natura e le belle giornate, e naturalmente avevano di che parlare e rievocare…
Ascoltare Julia era così interessante: il suo tono tranquillo e misurato, la chiarezza e la concisione dei suoi racconti tenevano incollati alle sue parole. Inoltre aveva uno spiccato senso dell’umorismo, con cui al momento giusto allentava la tensione del racconto.
Julia Dobrovolskaja ha lasciato in ciascuno di noi una traccia indelebile, che conserviamo gelosamente non solo nel cuore e nel ricordo, ma pure sui nostri scaffali, dove avremo sempre i suoi libri e dizionari.
Tatevik e Nune Ajrapetjan