Julia ed io – insieme a mio marito Luigi ora scomparso – ci siamo conosciuti 43 anni fa, aspettando l’arrivo a Mosca di un comune amico: Paolo Grassi.
Da allora gli incontri sono stati ravvicinati, ma cauti e prudenti, come solo potevano essere in quello sventurato Paese, l’Urss, tra una cittadina sovietica e una borghese occidentale. L’amicizia e’ arrivata lentamente, ma si capì presto che sarebbe stata solida e profonda.
Poi Julia è venuta in Italia, dove ha potuto sperimentare i valori della democrazia e della liberta’. Questo, pur essendo nella piena maturità, le ha permesso di dedicarsi con passione inesauribile ad insegnare, amatissima, nelle maggiori universita’ italiane; di compilare un prezioso dizionario di Russo-Italiano e una infinita’ di manuali di grammatica e tecnica della traduzione.
Il suo innato bisogno di conoscenza e di bellezza ha goduto della cultura italiana in tutte le sue manifestazioni.
A Milano, per decenni, abbiamo avuto il nostro incontro domenicale attorno ad un tavolo molto russo, con amici, thè e tanti dolci.
La sua grande cultura, unita a una civilta’ laica, è stata per me un lusso affettivo unico.
Grazie Julia
Con affetto e tenerezza ti ricordo insieme a Nicoletta
Milano, settembre 2016