Non mi prendo mai troppo sul serio. La dichiarazione che apre Post Scriptum esprime bene, a mio parere, un aspetto significativo della grandezza di Julia. Se penso a lei, infatti, ricordo soprattutto il sorrisino divertito, curioso e benevolo di chi ha conosciuto e vissuto tanto e sa valutare il giusto valore delle cose. Ogni ogni volta che andavo a trovarla, uscivo sorridendo da casa sua, quella casa da ragazza sempre piena di persone e storie interessanti. Avevo “ereditato” Julia da mio padre, che a circa sessant’anni aveva iniziato a studiare il russo ed era diventato suo allievo a Ca’ Foscari. Si era talmente appassionato alla lingua da tradurre e far pubblicare in italiano un saggio di Tolstoj (La mia fede). Proprio grazie a questo libro, oltre che alla nostra comune amica Mila, ho ritrovato Julia diversi anni dopo. Il testo che per mio padre aveva segnato un cambiamento positivo aveva posto le basi per un’amicizia molto preziosa per me.
Mi mancano tanto l’intelligenza di Julia, i suoi racconti straordinari, i suoi incoraggiamenti (in particolare per l’attività artistica), la sua franchezza e il suo affetto.
Graziella Reggio
Sono nata nel 1956 a Milano e ci sono tornata dopo aver trascorso alcuni anni negli Stati Uniti, a Venezia e altrove. Lavoro come traduttrice dall’inglese e dal francese e mi dedico alla pittura, alla fotografia e al disegno.